Che cosa vuole dire “late talker”

15 Ottobre 2019 by Silvia Mari0
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BAMBINO LATE TALKER

Quando un bambino può essere definito un late talker?

Se, da un lato, sicuramente ogni bambino è diverso e bambini e bambine possono imparare a parlare ad età diverse, dall’altro lato, è altrettanto vero che lo sviluppo del linguaggio segue delle pietre miliari ben precise e che tutti attraversano le stesse fasi. Infatti, la maggiore parte dei bambini lalla all’età di 8 mesi. La prima parola emerge intorno al primo compleanno di vita, le prime 50 parole verso i 18 mesi, le prime due parole all’interno della frase dovrebbero emergere al compimento del secondo anno di vita. A tre anni dovrebbero esprimersi con frasi complete ed essere intellegibili sia a persone che li conoscono sia a persone che non sono loro familiari. Se queste tappe non vengono rispettate possiamo parlare di un bambino che ha un ritardo del linguaggio.

Come aiutare il bambino a parlare?

I genitori possono sicuramente fare molto per stimolare il linguaggio. Durante i primi due anni di vita possono guardarli mentre gli si parla, imitare i loro versi, i suoni e le facce che fanno. Possono cantargli canzoncine, leggergli grandi libri colorati indicando le figure mentre gliene parlano. Dai due ai quattro anni, possono stimolare i loro bambini facendogli domande chiuse (che presuppongono risposte come “si” o “no”), domande aperte o domande che implichino una scelta (“vuoi il succo o l’acqua?”). E’ importante nominare i colori, le parti del corpo, gli animali, gli oggetti di uso comune. Si può ripetere le loro frasi ed espanderle mentre si guardano insieme libri, foto di persone e posti che il bambino conosce. Si possono inventare storie su foto o immagini. Si possono leggere libri in rima, cantare canzoncine e filastrocche per insegnargli indirettamente il ritmo, la prosodia del parlare. Tra i quattro ed i sei anni si possono stimolare dando il significato a parole nuove, usando parole che indicano direzioni (destra, sinistra), tempo (ad esempio raccontando una storia ed evidenziando parole come “prima”, “dopo”, “infine”), dandogli direzioni da seguire o incentivarli a darci direzioni, utilizzare il gioco simbolico, il “facciamo finta che”. Infine, possiamo guardare e parlare ai nostri bambini dei loro programmi preferiti, parlare dei personaggi e chiedergli di indovinare che cosa succederà.

Quali sono gli errori più comuni dei genitori, da evitare?

Aspettare! Aspettare ed ascoltare i pediatri o le pediatre che consigliano di aspettare! Aspettare sperando, incrociando le dita che prima o poi il bambino parlerà, si sbloccherà. Anche perché molto probabilmente il bambino si sbloccherà e parlerà, ma come? Ancora troppo spesso i pediatri consigliano ai genitori di aspettare e poi arrivano in terapia bambini di 5 anni che presto dovranno affrontare la prima elementare che quando parlano ancora non hanno un inventario fonologico completo o distorcono e sostituiscono suoni oppure hanno un linguaggio espressivo carente dal punto di vista semantico, lessicale o morfo-sintattico. Aspettare un consulto con un logopedista può tradursi e si traduce ancora molto spesso a portare un bambino in prima elementare che non è pronto, non ha le giuste competenze, non ha ancora acquisito i necessari prerequisiti per l’apprendimento della letto-scrittura.

Quali sono le cause più frequenti del ritardo del linguaggio?

I ritardi linguistici nei bambini hanno molte possibili cause. In alcuni casi, più di un fattore contribuisce a ritardare il linguaggio sia nell’aspetto della comprensione che in quello dell’espressione. Alcune cause comuni includono: una compromissione dell’udito: è comune per i bambini che hanno problemi di udito avere anche una disabilità linguistica perché se non riescono a sentire la lingua, imparare a comunicare può essere difficile; autismo: sebbene non tutti i bambini con autismo abbiano ritardi nel linguaggio, l’autismo spesso influenza il linguaggio e la comunicazione più in generale; disabilità intellettiva: una varietà di disabilità intellettive può causare ritardi nel linguaggio; problemi psicosociale gravi, oppure il ritardo specifico del linguaggio che è caratterizzato da una difficoltà con o la comprensione o l’espressione oppure entrambi le componenti del linguaggio che non è causata da un deficit neurologico, sensoriale, intellettuale o emotivo conosciuto e che influenza lo sviluppo del vocabolario, della grammatica e delle capacità del parlare. I bambini con il disturbo specifico del linguaggio sono intelligenti e possono essere in salute sotto tutti gli aspetti eccetto nella difficoltà che hanno con il linguaggio.

Poi ci sono alcuni fattori rischi per il ritardo del linguaggio quali: essere maschio, essere nato prematuramente, avere un basso peso alla nascita, avere una storia familiare di problemi del linguaggio ed avere genitori con livelli di istruzione inferiori.

Ci sono esercizi per stimolare il parlare, che potrebbe consigliare alle mamme?

Il parlare si acquisisce in modo naturale e tramite imitazione. Quindi, consiglierei a tutte le mamme ed i papà di bambini e bambine con e senza ritardi o disturbi del linguaggio di parlare molto con i propri bambini, di guardarli negli occhi mentre lo fanno e di ascoltarli. Consiglio di imitare i vocalizzi e poi i gorgheggi e poi la lallazione, prima semplice e poi variegata, che i loro bambini producono. Tutto questo durante il gioco e durante le attività quotidiane. E’ importante parlare in modo calmo al proprio bambino, fare domande, invitarli a farci delle domande, leggere libri, cantare canzoncine, giocare e divertirsi! Consiglierei anche di definire un tempo limitato per guardare la televisione e giocare con computer, e tablets ed utilizzare il tempo rimanente per leggere e parlare.


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