Balbuzie nei bambini, che fare?

24 Ottobre 2019 by Silvia Mari0
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BALBUZIE

A che età si può manifestare la balbuzie?

Tipicamente, la maggiore parte degli studi indica che questo disturbo può manifestarsi entro un ampio range di età compreso tra i 2 ed i 7 anni. Dati recenti, però, indicano che, nella maggiore parte dei casi, si presenta durante l’età prescolare (con una proporzione di 4 maschi su 1 femmina). Infatti, una recente ricerca del Stuttering Research Program della University of Illinois ha rivelato che, nel 65% dei bambini che hanno partecipato, la balbuzie è cominciata prima dei 3 anni di vita. La percentuale si è alzata all’85% dei casi nei bambini di 3 anni e mezzo. Considerando alcuni errori di campionamento, possiamo affermare che i bambini dopo i 4 anni sono ad un rischio minore di cominciare a balbettare. Queste statistiche richiamano l’importanza di preparare i clinici a lavorare con la balbuzie già in età prescolare.

Quali possono essere le cause più frequenti?

Tipicamente si parla di con-cause che vanno ricercate in quattro fattori principali che molto probabilmente contribuiscono allo sviluppo della balbuzie: genetici (il 60%, alcuni studi dicono il 75%, delle persone che balbettano ha un componente familiare che lo fa), neurofisiologici (recenti studi neurologici hanno dimostrato che le persone che balbettano processano lo speech (la produzione dei suoni) ed il linguaggio in maniera leggermente diversa dalle persone che non lo fanno, ovvero presentano anormalità nel controllo motorio, nella coordinazione della integrazione sensoriale delle capacità motorie e della sincronizzazione), fattori legati allo sviluppo del bambino (bambini con altri problemi dello speech e del linguaggio o ritardi dello sviluppo hanno una maggiore probabilità di balbettare) e dinamiche familiari (aspettative alte e stili di vita veloci possono contribuire alla balbuzie).

Cause meno frequenti possono includere: infarti, traumi cranici o altri disturbi del cervello che possono causare pause, suoni ripetuti, ed in generale, una minore fluenza (balbuzie neurogenica). Traumi emotivi talmente severi da causare una balbuzie psicogenica sono estremamente rari.

Come si può aiutare un bambino a superare questo problema?

La prima cosa che consiglio è di chiedere l’opinione di una logopedista esperta in balbuzie. Solo un logopedista può aiutare la famiglia a stabilire se la balbuzie è fisiologica e quindi destinata ad andare via senza nessun tipo di intervento, come succede circa al 50% dei bambini e delle bambine che stanno imparando a parlare, oppure se c’è il rischio che sia una balbuzie patologica destinata a portare ad un disagio profondo che può condizionare scelte scolastiche e lavorative a scapito delle qualità e delle capacità della persona se non viene presa in tempo. Dunque, per aiutare un bambino o una bambina che presenta disfluenza consiglio di non aspettare a chiedere l’opinione di una logopedista esperta per capire il prima possibile se c’è bisogno o no di un intervento terapeutico che può essere indiretto (dove il clinico dà gli strumenti ai genitori sia durante il gioco che nella vita quotidiana per aiutare il bambino a parlare in modo fluente) o diretto (la bambina che balbetta fa terapia con il clinico).

Quali sono gli errori da evitare?

La balbuzie può sembrare un problema facile che può essere risolto con qualche semplice consiglio, ma certamente non è così.

1. Dunque, abbiamo detto che il primo errore da evitare è quello di aspettare inutilmente per un consulto con un clinico esperto.

2. In secondo luogo, è molto utile evitare commenti del tipo: “Rallenta”, “Respira” o “Rilassati”. Un consiglio così semplicistico è del tutto inutile e spesso frustrante per il bambino che balbetta che lo riceve.

3. E’ importante fare capire al proprio bambino o bambina che siamo interessati a quello che dice e non a come lo dice.

4. Dobbiamo mantenere il contatto visivo naturale e attendere pazientemente e naturalmente fino a quando il nostro bambino o bambina ha finito di parlare (anche se è difficilissimo!)

5. Dobbiamo cercare di non finire le frasi.

6. Ma soprattutto dobbiamo mantenere un atteggiamento aperto sulla balbuzie, che comprende darsi la possibilità di parlare apertamente della balbuzie (anche utilizzando questa parola) senza necessariamente “fare finta di niente” da un lato e senza mostrarsi eccessivamente allarmati dall’altro lato. Solo un logopedista esperto può indirizzare i genitori a trovare il giusto approccio ed atteggiamento.

Se la balbuzie non passa cosa è consigliabile fare?

Gli obiettivi della terapia con i bambini in età compresa fino ai 10 anni sono quelli o di eliminare la balbuzie del tutto o, perlomeno, di ridurre il più possibile le disfluenze più invasive. Questi sono obiettivi realistici se si instaura la giusta collaborazione tra la famiglia, il bambino o la bambina che balbetta ed il clinico esperto. Nella peggiore delle ipotesi, possono rimanere delle disfluenze lievi, quali leggere ripetizioni di suoni, sillabe o parole che non influenzano in modo disturbante il messaggio comunicativo né per la persona che balbetta né per colui o colei che ascolta. Il clinico, inoltre, riesce a dare una serie di strumenti e strategie al bambino che balbetta ed alla sua famiglia che permette loro di non vivere più le disfluenze residue (se rimangono) come un disturbo invasivo o un disagio contro il quale non si sa che fare, e che gli permette di vivere le eventuali leggere disfluenze in modo sereno, come una caratteristica accettata e conosciuta del bambino dalla quale non deve temere nulla. Ed in questo modo, anche il mondo circostante vivrà, di riflesso, la disfluenza in modo del tutto naturale e spontanea.

Dopo l’età di 10 anni, gli obiettivi più realistici includono insegnare direttamente delle tecniche che hanno come scopo quello di controllare la balbuzie in momenti cruciali della loro vita quali, per esempio, le interrogazioni e più in là, negli adolescenti e poi adulti, esami e /o colloqui di lavoro.


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